Fondazione Somaini
La mostra presenta una settantina di opere realizzate negli anni Cinquanta e Sessanta rappresentative delle diverse fasi creative e delle tecniche utilizzate con l’obiettivo di condurre il visitatore nel cuore del laboratorio dell’artista: dipinti e graffiti su tavola, opere pittoriche su tela e su lamiera ripresa a fuoco, lavori utilmente messi a confronto con disegni a matita, carboncino, inchiostro e sculture coeve in gesso, conglomerato ferrico, piombo,
peltro, rame, ferro e bronzo.
Il percorso espositivo approfondisce l’argomento in sezioni tematico-cronologiche che analizzano le stagioni dell’aggiornamento alle avanguardie d’Oltralpe, dell’adesione al MAC-Espace e all’Informale. Il confronto tra la pratica pittorica e quella plastica permette di evidenziare lo stretto rapporto tra le due attività, nell’ambito della immaginazione e talora della rappresentazione.
Somaini talvolta torna infatti a riflettere nella pittura su sculture già realizzate, riservando loro un “secondo sguardo” critico, una sorta di “rilettura a colori” alternativa alla ripresa fotografica, pratica del resto da lui stesso condotta. In una serie di piccoli graffiti su tavola realizzati nel 1957, l’artista studia invece alcuni motivi che vengono sviluppati nell’opera plastica della grande stagione informale, che lo vede raggiungere notorietà internazionale, anticipando anche l’originale finitura delle fusioni attraverso la politura di alcune parti, che diviene caratteristica della sua attività creativa.
Dipinti e sculture, provenienti dall’archivio dell’artista, da collezioni d’epoca e da gallerie come la Open Art di Prato, permettono di ricostruire in parte le esposizioni tenute dall’artista in questo periodo, a partire dalla rassegna epocale curata da Carlo Ludovico Ragghianti: Sessanta maestri del prossimo trentennio di Prato (1955). Tra queste si segnalano le collettive Colori e forme nella casa d’oggi di Como (1957), la seconda edizione del Premio Scipione di Macerata (1957), la mostra Giovani artisti italiani di Milano (1958) e le personali allestite alla Strozzina di Firenze (1956), alla Salita di Roma (1957) e alla Saletta di Modena (1958).
La mostra, che segnala l’avvio della schedatura sistematica dell’opera pittorica, grafica, calcografica e fotografica dell’artista condotta da Luisa Somaini e Chiara Rampoldi, in vista della pubblicazione del relativo Catalogo ragionato, approfondisce per la prima volta la produzione pittorica del grande scultore lombardo, riprendendo il filo dell’indagine avviata da Enrico Crispolti nell’esposizione dedicata all’avventura immaginativa nell’ambito dell’attività grafica in rapporto a quella plastica (Como, 2015). Argomento già parzialmente percorso anche nella prima retrospettiva postuma a lui dedicata dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma nel 2007: Francesco Somaini. Il periodo informale 1957-1964.
La mostra, curata da Luisa Somaini e Chiara Rampoldi, è accompagnata da un catalogo edito da Silvana Editoriale con saggi di Emanuele Greco e Duccio Nobili accompagnati da un’antologia di testi di poetica dell’artista.
Orari di apertura
giovedì, venerdì, sabato dalle 10.00 alle 17.00
La Fondazione sarà chiusa al pubblico da sabato 29 luglio a martedì 15 agosto compresi.
Biglietto
Ingresso gratuito, solo su prenotazione: telefonare al +39 02 583 117 07 o scrivere a fondazione.somaini@gmail.com.
Ingresso per i visitatori in via Cassolo, di fronte al civico n. 3.
“Francesco Somaini, scultore e pittore, in alcuni studi mostra un’esigenza profonda di spogliare, di andare alla radice essenziale delle cose: la capacità di sondaggio di un organismo si accompagna a un eguale capacità di sintesi, che porta le sue immagini verso la calma monumentale di una compagine architettonica; ma lo sviluppo della forma, sorgente e come nascente da uno spazio partecipe con una scoperta vibrazione di vitalità, mantiene un tormento a volte tagliente, che si accentua nei disegni.”
Carlo Ludovico Ragghianti, 1955